Esplosione in fabbrica a Casalbordino: tre mortiEsplosione in fabbrica a Casalbordino: tre morti

Secondo le prime informazioni, il numero delle vittime ammonta a tre. La fabbrica di Casalbordino è coinvolta nella gestione e smaltimento della polvere da sparo derivante da bonifiche.

Intanto, Gianluca Salvatore, il proprietario della Sabino Esplodenti, sta rientrando da Roma in Abruzzo. È profondamente sconvolto e non riesce a comprendere quanto sia potuto accadere. Secondo l’avvocato di Salvatore, Augusto La Morgia, il proprietario è in uno stato di incredulità, soprattutto alla luce delle rigorose misure precauzionali adottate nella fabbrica dopo la tragedia del 2020. In seguito a quella tragedia, Salvatore aveva risarcito le famiglie delle tre vittime. Attualmente, la zona dell’incidente è circondata dalle forze dell’ordine, in attesa dell’arrivo degli artificieri.

Precedenti Incidenti

Nel dicembre del 2020, un altro incidente presso la Sabino Esplodenti aveva causato la morte di tre operai. Nella stessa fabbrica, nel 1992, un uomo di 48 anni di nome Bruno Molisani era deceduto a causa dell’esplosione di una spoletta, mentre nel 2009 altre due persone rimasero gravemente ferite in un’esplosione.

Domani è prevista un’udienza preliminare davanti al giudice per l’esplosione avvenuta il 21 dicembre 2020, sempre presso la stessa fabbrica, che aveva causato la morte di altri tre operai. Dieci persone sono imputate, tra cui il rappresentante legale e il presidente del consiglio di amministrazione della Esplodenti Sabino spa, quattro consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento, il responsabile del servizio di protezione e prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto e la società stessa, che è sotto procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo. L’accusa principale per tutti è la cooperazione colposa in omicidio colposo, dovuta a negligenza, imprudenza e imperizia generica, oltre alla violazione di diverse norme di sicurezza sul lavoro. Nel 2020, l’incidente avvenne durante lo smaltimento di vari materiali, tra cui una miscela incendiaria, polvere pirica, polvere nera e altri materiali, in un forno statico locale. I tre lavoratori coinvolti morirono sul colpo a causa dell’esplosione. La fabbrica fu posta sotto sequestro per sette mesi, in parte a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza sul lavoro della procura guidata da Giampiero Di Flioro. A luglio 2021, dopo l’approvazione da parte del giudice, le attività furono riprese. Oggi si è verificata questa nuova tragedia.

L’ultimo incidente mortale in Abruzzo in fabbriche o depositi di materiale pirico risale al febbraio scorso, quando un uomo perse la vita a causa di un’esplosione in un deposito alle porte di Teramo.

Reazioni

Il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci, ha confermato in una nota l’esplosione alla Sabino Esplodenti, pur specificando che le informazioni sono ancora frammentarie. Il sindaco è in costante contatto con il vice sindaco Carla Zinni, che a sua volta comunica con la Prefettura di Chieti. Sul luogo dell’esplosione sono presenti 118 soccorritori, tra cui vigili del fuoco, carabinieri, polizia di stato e polizia locale.

Le prime reazioni alla tragedia stanno giungendo.

Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese, ha dichiarato: “Le informazioni ancora frammentarie sull’esplosione, con vittime, alla Esplodenti Sabino di Casalbordino destano grande apprensione ed orrore, tanto più che nella stessa azienda tre anni fa un incidente costò la vita a tre operai, e altri incidenti si sono verificati qui negli anni. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e auspichiamo che si faccia piena luce sull’accaduto. Di certo si tratta di un altro, terribile monito sulla necessità di un maggiore impegno per la sicurezza sui luoghi di lavoro.”

La CISL AbruzzoMolise ha rilasciato il seguente comunicato stampa: “L’incidente mortale di oggi, costato la vita a 3 operai, è avvenuto nello stabilimento della Sabino Esplodenti, azienda dove già nel 2020 ci furono tre vittime. Siamo vicini alle famiglie dei 3 lavoratori, e chiediamo che si faccia rapidamente luce sulla dinamica di questa terribile sciagura, che colpisce tutti noi. Dall’inizio dell’anno stiamo registrando in Abruzzo una pericolosa impennata degli incidenti, con troppi casi mortali. È ora di dire basta alle tragedie sul lavoro e dobbiamo fare un ulteriore sforzo sul fronte della sicurezza, per garantire e tutelare i lavoratori. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha denunciato che non stiamo facendo abbastanza per evitare morti sul lavoro: servono più controlli, ispettori, informazione e formazione, investimenti nella prevenzione. È un’emergenza sociale del Paese e dell’Abruzzo a cui, responsabilmente, dobbiamo dare risposte alle famiglie perché ‘lavorare non è morire’, e le vittime di oggi ci dimostrano che il problema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non è solo una questione legislativa ma culturale ed economica.”

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