M5S: Approvazione del Contratto di Vigilanza Rai con la Destra e Manifestazioni in Piazza con la SinistraM5S: Approvazione del Contratto di Vigilanza Rai con la Destra e Manifestazioni in Piazza con la Sinistra

Il Movimento 5 Stelle (M5S) approva il nuovo contratto di vigilanza della Rai insieme alla destra, suscitando poi proteste nella piazza da parte della sinistra.

Le opposizioni si ribellano alla decisione della Vigilanza di approvare il nuovo contratto di servizio della Rai. Il M5S, in questa occasione, vota a favore insieme alle forze di destra, mentre il Partito Democratico (Pd), Sinistra-Verde e Italia Viva esprimono un netto no. Nel frattempo, Azione sceglie di astenersi.

Tuttavia, la situazione diventa ancor più complicata quando si scopre che in commissione di vigilanza Rai, il Pd, Sinistra-Verde e Italia Viva votano contro il parere sul contratto di servizio, mentre il M5S si schiera nuovamente con il centrodestra a favore. Azione rimane in posizione neutrale. Questa divisione interna tra le forze di centrosinistra sulla questione Rai getta ombre sulla presunta collaborazione tra Schlein e Conte, evidenziando un’ulteriore spaccatura nel panorama politico.

Il Pd sospetta che questa scelta della maggioranza sia il risultato di un accordo segreto con il M5S per future nomine nella Rai, come ad esempio la nomina di una vicedirezione alle testate regionali. Il M5S, naturalmente, nega queste accuse. Tuttavia, indipendentemente dalle motivazioni, il panorama politico in relazione alla Rai sembra essere in uno stato di crisi.

A San Macuto, dove si riunisce la commissione di vigilanza, il relatore di minoranza sul contratto di servizio, Antonio Nicita (Pd), ha rassegnato le dimissioni, lasciando la strada libera a Maurizio Lupi, relatore di maggioranza. Il contratto di servizio rappresenta l’impegno della Rai nel ruolo di servizio pubblico. La nuova gestione della Rai, guidata dal centrodestra, prende forma oggi, ma è caratterizzata dall’opposizione decisa delle forze di centrosinistra. Il Pd e Sinistra-Verdi sono particolarmente critici nei confronti del contratto, sostenendo che rifletta i valori della destra al governo, con una visione della Rai basata su Dio, patria e famiglia. Le modifiche apportate al contratto, sotto la guida di Lupi, enfatizzano ulteriormente questo approccio.

Le critiche del Pd riguardano anche la mancanza di sostegno alla formazione di base e alla promozione della lettura, mentre emendamenti che miravano a promuovere modelli di genere non stereotipati e il rispetto della parità di genere sono stati respinti.

Il senatore del Pd, Antonio Nicita, ha dichiarato: “Ci sono delle criticità che non possiamo ignorare. Non sono stati accolti i nostri emendamenti riguardanti diritti, pluralismo e trasparenza, né quelli sul contrasto al cyberbullismo e sulla biodiversità”. Il Pd chiedeva anche una chiara definizione del concetto di “digital public media company”, che nel testo era descritto solo come “digital media company”. Inoltre, le proposte relative al ruolo di RaiFiction e RaiPlay nell’industria dell’audiovisivo e al pluralismo sociale sono state respinte. Non è stata accettata nemmeno la richiesta di coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori nella governance della Rai o la creazione di un Organo di vigilanza volontario. Emendamenti relativi al contrasto ai conflitti di interesse e alla trasparenza sono stati anch’essi respinti.

La divergenza tra Pd e M5S sulla Rai non è nuova e sembra essere parte di una strategia politica. Il Pd accusa il M5S di cercare di influenzare la Rai, sospettando che dietro questa manovra ci siano interessi nella lottizzazione della tv pubblica. Questa divisione richiama alla mente i precedenti scontri durante l’insediamento del cda, con la presenza di Alessandro Di Majo, consigliere in quota M5S, e sulle nomine dei direttori, quando Di Majo si astenne dal voto. La competizione tra Schlein e Conte sembra riflettersi soprattutto sullo schermo televisivo, forse anche quando manifestano insieme in piazza.

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